Il gusto è una sensazione chimica rilevata dalle cellule gustative che sono localizzate sulla lingua e nella cavità orale. Attualmente si conoscono 5 gusti fondamentali: il dolce, il salato, l’acido, l’amaro e l’umami (che indica il sapore del glutammato).
Durante la vita intrauterina il gusto si forma a partire dall’ottava settimana di gravidanza e verso la 13 settimana il feto inizia a deglutire ed elaborare le prime sensazioni gustative del liquido amniotico. Appena nati, di tutti i sensi quello più sviluppato è il senso del gusto. Geneticamente i neonati prediligono il dolce e il grasso e rifiutano con decisione l’amaro. Il latte materno soddisfa appieno queste caratteristiche, il suo sapore è dolce ed è molto grasso. I sapori della dieta della madre che passano nel liquido amniotico e nel latte materno aiutano con l’inizio dell’alimentazione complementare il bambino nel gradimento di cibi anche non dolci e grassi (come per esempio le verdure). L’educazione gustativa inizia già nella vita intrauterina!
Durante l’alimentazione complementare il bambino si incontra con una crescente varietà di nuovi sapori, colori, odori dei cibi nuovi e quando il bambino viene messo difronte a un nuovo alimento a lui non importa se il cibo sia salutare o no. Lui cerca come prima cosa di soddisfare tutti i suoi sensi, sia la vista che l’olfatto, ma anche il tatto e l’udito, così come il piacere gustativo che questo alimento gli procura appena messo in bocca. Il contesto emozionale in cui il bambino vive queste nuove esperienze gustative (sia positive che negative) è di fondamentale importanza. E’ ormai ampiamente dimostrato che le esperienze gustative sviluppate dal bambino nei primi tre anni di vita le mantiene fino all’età adulta e condizionano le sue scelte alimentari anche da adulto. E’ quindi importante trasmettergli fin dall’infanzia le regole del mangiare sano ed equilibrato.
Non è forse il modo più semplice per mantenersi più sani durante un’ intera vita?
Come possiamo quindi aiutare il bambino nella sua esperienza gustativa?
E’ importante introdurre gradualmente gli alimenti non conosciuti, proponendo cotture diverse, colori e abbinamenti diversi. Non bisogna costringere il bambino ad assaggiare tutto. Bisogna rispettare i suoi tempi!
A tavola dovrebbe valere la regola: “Ti do il tempo per conoscere il nuovo alimento con tutti i tuoi sensi. Te lo offrirò più volte e sarai tu a decidere se e quando metterlo in bocca.” Possiamo quindi presentare l’alimento in tavola e cercare di sollecitare la sua curiosità, dando l’esempio e mangiandolo davanti a lui. Il comportamento dei genitori è fondamentale: un bambino imita più che obbedire! Dare al bambino la possibilità di manipolare il cibo, sentire la consistenza, sentire il rumore che fa quando lo tocca e l’odore che emana, non ha nulla a che vedere con il “giocare con il cibo”, ma semplicemente fargli prendere confidenza con il nuovo. A volte ci vogliono da 10 a 15 contatti con lo stesso cibo prima che il bambino si decida ad assaggiarlo. Se poi al bambino non sembra piacere, prima di rassegnarci dobbiamo fare almeno otto tentativi, proponendo quel dato cibo in forme e modi differenti. Quindi non abbiate fretta e lasciate al vostro bambino il gusto di esplorare tutti i suoi sensi.
Articolo pubblicato in aprile 2016 per la rivista “SMILE” delle Tagesmutter del Trentino “IL SORRISO”